Con le classiche del pavé alle porte e le più grandi, Fiandre e Roubaix, proprio dietro l'angolo, non c'è momento più appropriato per fornire consigli su come affrontare il pavé. Informatevi prima e sappiate cosa vi aspetta. Conoscere la lunghezza del tratto in pavé e la sua gravità può fare una grande differenza. Guardate la Parigi-Roubaix e vedrete ogni sezione classificata in base a questi fatti. Allo stesso modo, quando si tratta di berghi/colline in acciottolato come quelli che si trovano nelle Fiandre, conoscere la pendenza del pavé farà una grande differenza per la pianificazione e la preparazione. Anche il controllo delle condizioni atmosferiche entra in gioco, poiché il pavé bagnato, soprattutto se si tratta di un bergo con una pendenza superiore al 20% nelle Fiandre, rappresenta un'ulteriore sfida. Se sapete di dover affrontare alcuni tratti di pavé, potreste pensare di apportare alcune modifiche all'equipaggiamento prima di farlo. Un must e uno degli adattamenti più semplici (ma molto efficaci) è quello di ridurre la pressione degli pneumatici, per aumentare l'assorbimento e migliorare il comfort sul pavé. Come per ogni cosa, anche in questo caso è necessario un po' di equilibrio, a seconda del peso corporeo, della lunghezza e della gravità dei ciottoli che si percorreranno quel giorno e del fatto che si utilizzino ruote con copertoncino o tubolari. Se si riduce troppo la pressione in un copertoncino, si è più inclini a forare. Con molto pavé in programma, alcuni ciclisti possono scegliere di abbassare un po' la posizione della sella, altri addirittura di spostarla un po' indietro. In questo modo si aumenta anche il peso sulla ruota posteriore, il che si rivela utile per le rampe più ripide e per la trazione sul bagnato. Mentre io spesso non indosso i guanti, altri non corrono sul pavé senza farlo e alcuni, quando si tratta di pedalare su pavé particolarmente ruvidi come quelli della Parigi-Roubaix, scelgono addirittura di avvolgere due volte il manubrio con nastro adesivo per una maggiore ammortizzazione. Questo mi porta al mio prossimo consiglio, che è quello di testare e adattarsi man mano che si procede, non avendo paura di fermarsi e fare aggiustamenti dopo ogni tratto di pavé. Quando porto in giro i ciclisti alle prime armi con il pavé, mi piace iniziare con un tratto di pavé più scorrevole, in modo che possano prendere subito confidenza e fare le opportune modifiche prima dei tratti più duri e impegnativi. La pratica rende perfetti, quindi più si pedala sul pavé e meglio ci si sente a casa. Quando mi alleno in Belgio, se c'è l'opportunità di pedalare su un pavé lo faccio, cosa che ho imparato molto tempo fa, essendo di base qui. Non bisogna avere paura del pavé e bisogna attaccarlo. Più forte è il colpo, maggiore sarà lo slancio e la durata della corsa, più liscia e facile sarà la sensazione. Inutile dire che più si va piano, più si sentiranno ruvidi. Assicuratevi di cercare le linee più morbide, sono lì da qualche parte. Il centro/corona dell'acciottolato è uno di questi, e allo stesso modo i bordi e i canali di scolo possono fornire a volte un percorso più scorrevole. Se in qualche punto del tratto acciottolato c'è una superficie più liscia, potete sfruttarla per guadagnare un po' di slancio in più per affrontare il resto del tratto. Mentre li percorrete in modo aggressivo, cercate di rimanere rilassati, di mantenere la posizione e l'aderenza, lasciando che la bicicletta abbia un po' di libertà sul pavé. Speriamo che alcuni di questi consigli vi facciano galleggiare sul pavé e che vi facciano divertire, è davvero uno spasso. Come sempre, sentitevi liberi di farmi qualsiasi domanda @dfpatten (Instagram/Twitter) e anche di unirvi a me per pedalare sul pavé, sarò felice di mostrarvi la strada! Scritto da Daniel Patten
