Luke Rowe è un domestique. Significa che è il compagno di squadra per eccellenza, un instancabile altruista determinato ad aiutare la sua squadra e il suo leader a vincere a qualunque costo. Se usi “servo”, la traduzione letterale francese di domestique, farai un torto a lui e al suo ruolo.
Nonostante sia un elemento cruciale di ogni squadra, i domestique (detti in italiano anche “gregari”) condividono ben poco della fama dei loro compagni di squadra. Tuttavia, essere un domestique non sempre limita il potenziale. Molti ciclista di grande fama hanno continuato a riscuotere successi al Grand Tour dopo aver passato parecchi anni come domestique, ad esempio Greg LeMond, Jan Ullrich e Chris Froome.
Per Rowe, un domestique affermato e acclamato, la passione è al primo posto tra i criteri degli attributi essenziali. Lo stesso vale per l’accettazione. Per tutti coloro che stanno pensando di diventare dei domestique, lui lo dice chiaramente: tieni basse le tue aspettative e conosci il tuo ruolo.
“La prima cosa è che devi volerlo fare e devi accettare che le tue opportunità, le tue possibilità di vittoria o di risultato non contano. Penso che questa sia la prima cosa che devi accettare fin dall’inizio. E finché non accetti il ruolo di domestique, non otterrai veri risultati.”
COS’È CHE CONTRADDISTINGUE UN BUON DOMESTIQUE?
“[In termini di] attributi fisici, dipende. Ci sono i domestique che devono spuntare tutte le caselle, quelli che si dedicano alle salite, quelli che si dedicano alla pianura… Per me sarebbe più orientato verso la pianura. Posso fare qualche piccola salita, ma niente di eccessivo. La cosa più importante per me è l’accettazione del ruolo: accettare che darò tutto quello che ho per questo ragazzo e che quindi non ci sarà una vera opportunità per me.”
Nel ciclismo con le tattiche di squadra spesso si vincono le gare: la più comune è quella di risparmiare le energie del leader della tua squadra permettendogli di pedalare sulla tua scia. Di conseguenza, la vittoria di una gara è spesso impossibile se il domestique non fa il lavoro sporco e sacrifica il suo piazzamento. Tuttavia, ci sono altri sacrifici da fare e tutti confluiscono nell’idea di accettazione di Rowe.
ACCETTAZIONE – QUEL MOMENTO ALLA PARIGI-ROUBAIX
“Tutto è andato come doveva andare. Penso che, innanzitutto, abbiamo avuto i ragazzi giusti sulla linea di partenza. Eravamo già sull’autobus e c’era un’ottima atmosfera. C’era questo gruppo di ragazzi, questi sette che lo desideravano. Erano affamati. Il modo in cui abbiamo corso mi è sembrato fantastico, siamo entrati nella prima sezione e avevamo sette ragazzi in un gruppo di 40, il che era ideale. Potrei fare questa gara altre 100 volte, e non succederebbe di nuovo.
E poi la mia gara era finita: ho dovuto dare una ruota a Filippo Ganna, che è un altro pezzo di quel puzzle da domestique che a volte devi svolgere. È piuttosto fastidioso come domestique: ti senti bene, sei in testa, è una gara che ti piace, ma c’è una gerarchia e, quando uno dei primi fora, devi dargli una ruota. Senza esitazioni o ritardi. Lo fai e basta”.
ESSERE SEMPRE DISPONIBILI A IMPARARE E CONDIVIDERE LE CONOSCENZE
Luke Rowe ha molta esperienza, avendo aiutato Chris Froome in tre vittorie consecutive del Tour de France (cinque in totale se si conta il suo tempo con il Team Sky). Più apprende, più potrà condividere. In definitiva, tutto contribuisce a migliorare il team e gli consente di controllare una gara e i suoi risultati. Non c’è da meravigliarsi, in quanto attuale capitano della squadra dei INEOS Grenadiers, gli vengano affidate decisioni cruciali a metà gara.
“Credo che con il passare degli anni si imparino tante cose. Il mio approccio è quello di non smettere mai di imparare, quindi di essere constantemente una spugna per tutta la carriera e di cercare di acquisire informazioni e conoscenze, oltre che di trasmettere quando si può”.
IL RUOLO DEL DOMESTIQUE SI È EVOLUTO?
Come tutti gli sport, il ciclismo diventa più veloce a ogni stagione e le prestazioni richieste nel corso delle gare raggiungono nuovi livelli. Il modo in cui i ciclisti rispondono a questa sfida definisce le loro carriere, soprattutto perché le corse si fanno sempre più pericolose e gli infortuni sempre più frequenti. Chi no risica, non rosica”, come si suol dire.
“Per quanto riguarda il ruolo in sé, non credo che sia cambiato molto. Credo che da quando sono professionista le gare siano diventate più stressanti e che ci sia più “lotta per mantenere la posizione”. Questo è qualcosa di cui bisogna essere consapevoli. Si verificano sempre più incidenti. È come un effetto domino: ci sono più incidenti e quindi vuoi trovarti davanti a dove si verifica l’incidente, che è proprio la causa degli incidenti.
Credo che stare sempre più davanti nel gruppo stia diventando la tendenza generale per tutti i ciclisti. Quindi, una cosa che è sicuramente cambiata nell’arco di dieci anni è che lo stress in gara è molto più alto e la velocità sempre è più elevata. Ogni anno la velocità aumenta sempre di più e, se non migliori, rischi di rimanere indietro, quindi ogni anno devi sforzarti di migliorare. Anno dopo anno, mese dopo mese, gara dopo gara, cercando sempre di essere il migliore possibile e non smettere di migliorare: questa è la vera sfida. È quasi come se non si potesse fare come l’anno scorso, bisogna cercare di modificare qualcosa, vedere dove si può guadagnare un paio di punti percentuali per portare avanti lo schema delle gare sempre più veloci e andare avanti piuttosto che rimanere indietro”.
I 5 PRINCIPALI ATTRIBUTI DA DOMESTIQUE DI LUKE ROWE
- Sii appassionato: devi volerlo fare
- Accetta il tuo ruolo: dove ti posizioni è meno importante
- Sii indipendente: sii sempre disposto a sacrificarti per la squadra
- Non smettere mai di imparare: assorbi tutto e condividi le tue conoscenze
- Cerca di migliorare: non limitarti a fare quello che hai sempre fatto